Libro che consiglio a tutti. Ragazzi e adulti.
Vita, quella di Falcone, che ormai conosciamo più o meno bene e più o meno tutti (sopratutto il suo "sacrificio") e sarebbe stato quindi forse pletorico parlare ancora della sua vita adulta.
Giovanni Falcone, invece, ha sette anni in questo delicato e intenso racconto, ed è interessante vedere da dove nasce la scelta, la sua scelta; interessante anche vedere le sue paure, perchè spesso tendiamo a disumanizzare gli "eroi" credendo che siano esseri superiori (processo, forse inconscio, che serve anche ad allontanarci dalle nostre responsabilità)
In realtà, come disse Falcone stesso: "L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa".
In questo racconto risalta dunque un Falcone bambino che ha paura, che combatte con le proprie paure, e che comincia a fare delle scelte.
L'autore inoltre evita, credo appositamente, di ricamare eccessivamente con le parole, quasi come se si “limitasse” a esporci il più fedelmente possibile questo piccolo frammento di vita volendo rimanere in ombra, dando così quasi l'impressione che il racconto non l'abbia scritto nessuno.
Il tutto così ci giunge come se ci fosse una vecchia cinepresa a riprendere il piccolo Giovanni; e i suoi pensieri, le sue angosce, le sue afflizioni, sembrano giungerci per incanto, forse per osmosi.
Ecco, forse mi sbaglio, ma credo sia stata questa la bravura principale dell’autore: il riuscire a elaborare una narrazione sobria in cui lo stesso scrittore è, come noi che leggiamo, spettatore. Senza inquinare nulla, senza distrarci, lasciandoci così guardare indisturbati.
Trovo dunque che sia un piccolo gioiello, meritevole di lettura, e capace di sensibilizzare...
...ma sopratutto capace di ricordarci che non esistono "eroi", ma semplicemente uomini che scelgono.
Giovanni Falcone, invece, ha sette anni in questo delicato e intenso racconto, ed è interessante vedere da dove nasce la scelta, la sua scelta; interessante anche vedere le sue paure, perchè spesso tendiamo a disumanizzare gli "eroi" credendo che siano esseri superiori (processo, forse inconscio, che serve anche ad allontanarci dalle nostre responsabilità)
In realtà, come disse Falcone stesso: "L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa".
In questo racconto risalta dunque un Falcone bambino che ha paura, che combatte con le proprie paure, e che comincia a fare delle scelte.
L'autore inoltre evita, credo appositamente, di ricamare eccessivamente con le parole, quasi come se si “limitasse” a esporci il più fedelmente possibile questo piccolo frammento di vita volendo rimanere in ombra, dando così quasi l'impressione che il racconto non l'abbia scritto nessuno.
Il tutto così ci giunge come se ci fosse una vecchia cinepresa a riprendere il piccolo Giovanni; e i suoi pensieri, le sue angosce, le sue afflizioni, sembrano giungerci per incanto, forse per osmosi.
Ecco, forse mi sbaglio, ma credo sia stata questa la bravura principale dell’autore: il riuscire a elaborare una narrazione sobria in cui lo stesso scrittore è, come noi che leggiamo, spettatore. Senza inquinare nulla, senza distrarci, lasciandoci così guardare indisturbati.
Trovo dunque che sia un piccolo gioiello, meritevole di lettura, e capace di sensibilizzare...
...ma sopratutto capace di ricordarci che non esistono "eroi", ma semplicemente uomini che scelgono.
Buona lettura per chi ne avesse voglia.
<3
Nessun commento:
Posta un commento