giovedì 22 ottobre 2015

Il grande Bibi




“Tra due esseri umani, a volte, ci può essere un filo d’oro, che li lega in maniera durevole.”, lo disse Jung.
Ma a volte fra esseri umani ci possono essere anche fili spinati. E muri. Che dividono. Muri che dividono città a metà, che separano famiglie.
Ma possono arrivare anche ad esistere vere e proprie prigioni a cielo aperto, come Gaza: la più grande e tremenda prigione a cielo aperto del mondo. Uno spicchio di terra dove quasi ogni giorno è l’11 settembre.
Ultimamente, e inevitabilmente, stanno aumentando gli attriti fra israeliani e palestinesi…attriti che non si fermeranno mai fino a che l’espansione coloniale israeliana (denunciata più e più volte dalle Nazioni Unite, da altre nazioni, dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aja che ha più volte sentenziato che i muri innalzati da Israele sono contro il diritto internazionale e vanno smantellati – ma come ben si sa dei divieti e dei rimproveri internazionali Israele se ne frega sfacciatamente, infatti sta or ora innalzando altri muri!) continuerà a procedere ininterrottamente. Occupazione che avanza sempre, sempre, a volte con fragore, a volte serpeggiando, come un fuoco che a tratti esplode e a tratti viaggia invisibile, sepolto tra le macerie, ma continua a bruciare, avanzare, inosservato, imperterrito, per poi riesplodere e divampare famelico.
In molti prospettano l’ipotesi di una nuova Intifada, a breve.  Io non posso sapere quando avverrà, ma sarà inevitabile. Inevitabile. Sinché la strategia governativa israeliana sarà diretta a normalizzare e aumentare l’occupazione della Palestina con metodi crudeli e disumani, infimi e dissacranti, un’altra Intifada è il minimo che si possa prevedere all’orizzonte. Orizzonte di sangue, come sempre. Con proporzioni di mille palestinesi civili uccisi (compresi bambini e donne) contro un paio di militari israeliani.
Netanyahu prosegue a consolidare una realtà in cui palestinesi e israeliani, che vivono fianco a fianco, son soggetti a leggi e tribunali diversi, usando strade separate, e in cui i primi non hanno libero accesso a beni primari come l’acqua e la casa. I palestinesi possono essere arrestati senza alcun capo d’accusa preciso, possono essere gambizzati senza alcuna colpa specifica…vivono praticamente senza alcun diritto e sotto la minaccia perpetua di poter perdere la vita, la casa, il salario, la terra, la dignità.
Ma questa realtà è taciuta dai media. Al telegiornale si sente solo del palestinese che si fa saltare in aria, senza spiegare il perché è arrivato a quel gesto. Si parla di “disordine”, di “ondata di terrore”, di “atti terroristici” solo quando a compierli sono i palestinesi, con armi improvvisate, facendosi esplodere in aria o con missili artigianali. Non viene mai precisato, invece, che la politica israeliana è “terrorismo” continuo, perpetuo, ormai meccanico, peraltro attuato da uno degli eserciti più temibili al mondo.
Netanyahu. Il volto di un nuovo Hitler, senza baffi, ma universalmente accettato. Netanyahu, responsabile insieme ai suoi predecessori di un olocausto di proporzioni gigantesche, ora però viene a darci lezioni di storia. Interessante. Una nuova narrativa ebraica, più adatta ai tempi, tanto che fra poco usciranno film hollywoodiani in cui i palestinesi saranno gli azionatori dei forni crematori.
Ma ammettendo anche fosse vero che il Gran Muftì avesse dato l’idea a Hitler di sterminare gli ebrei invece che allontanarli, quindi?
Caro Bibi, ciò comunque non cancellerebbe un solo crimine da te commesso, e neanche uno di quelli commessi dai premier israeliani che ti hanno preceduto; ciò comunque non giustificherebbe i fiumi di sangue versati in nome del sionismo.
Ma Bibi – il Grande Bibi – la sa lunga, gli israeliani la sanno sempre lunga, quindi vediamo cosa ci aspetta.
Si, devo ammetterlo, stiamo decisamente vivendo tempi interessanti.



P.S. L’olocausto ebreo ha e sempre avrà la risonanza che merita, perché gli ebrei – vuoi o non vuoi – sono molto potenti e sono usciti tra i vincitori dal conflitto mondiale e la Storia che viene scritta nei libri di scuola la scrivono i vincenti.
Dell’olocausto palestinese invece non si parla, o pochissimo, e chiunque ne parli viene bloccato dal: “Eh! Ma pure i palestinesi mica son santi, dai, potrebbero mettersi d’accordo con gli israeliani e convivere pacificamente…che poi, tutto questo olocausto io non saprei, è una guerra ormai senza fine e la gente muore!”.
E’ un po’ come se parlando dell’olocausto ebreo fosse normale che uno rispondesse: “Eh! Ma gli ebrei mica eran santi, dai, potevano mettersi d’accordo con i nazisti e convivere pacificamente…che poi, tutto questo olocausto io non saprei, dati proprio certi non ce ne sono, esistevano i campi di concentramento, va bene, dove vi erano ebrei, polacchi, zingari, rom…e anche i gulag erano campi di concentramento e vi sono morte ben più persone…insomma, è stata una guerra atroce e la gente in un modo o nell’altra è morta!”
Resta che forse non si parlerà dell’olocausto palestinese nei libri di scuola. Tutto in definitiva dipende da chi fra centinaia di anni si ritroverà a scrivere questo piccolo spicchio di storia. Può darsi che i palestinesi facciano la fine degli “oltre tremila lavoratori assediati nella stazione e poi uccisi” di Cent’anni di Solitudine, scomparsi dalla storia, cancellati dai libri di scuola, stessa fine che fece anche il Colonello Aureliano Buendia, che diventò quasi una figura mitologica…così potrebbe divenire Gaza, come un sinonimo di “prigione a cielo aperto” ma senza che nessuno più sappia che fu un posto che, ahimè, esistette per davvero, con all’interno rinchiusa gente vera, come noi, costretta a vivere in condizioni disumane.
Altra gente invece all’olocausto palestinese contrappone le atrocità del mondo musulmano, come se ciò giustificasse la politica di Israele. Ma io non mi nascondo dietro a un dito, sono pienamente conscio che il mondo arabo porta in sé molte irregolarità, molte empietà e iniquità (basti guardare la condizione in cui è costretta a vivere la donna in molti stati musulmani, le lapidazioni, la nauseante Arabia Saudita, le decapitazioni in piazza, etc.) ma tutto ciò non deve distoglierci da ciò che succede giornalmente da ormai troppi anni in Palestina, a Gaza in particolar modo. E l’immobilismo universale è un qualcosa di agghiacciante, quasi più dell’Olocausto in sé.
Per chiunque voglia farsi un’idea più precisa consiglio di leggere il libro “Ultima fermata a Gaza” di Noam Chomsky e Ilan Pappé. Rende abbastanza bene l’idea dell’orrore. Ma meglio ancora è parlare con qualcuno che è stato in Palestina, magari andando dentro a qualche spicchio di città periferica colonizzata, a parlare con i palestinesi che malgrado tutto decidono di continuare a vivere lì, nella propria casa, anche se ormai circondati da coloni e tagliati fuori dal resto del mondo dai muri innalzati. Perché è così che vengono costruite le nuove colonie: arriva l’esercito e innalza muri circoscrivendo un quartiere e "invitando" a chi vi vive a sloggiare, ovviamente la maggior parte dei palestinesi che lì vivevano se ne vanno, senza più una casa, senza più nulla, solo in pochi, pochissimi restano, ritrovandosi così circondati dai coloni che l’esercito ha prontamente insediato nel “nuovo” quartiere sionista. Chi decide di rimanere quindi lo può fare, ma non avrà più alcun diritto, non potrà più uscire dal quartiere (può ricevere solo qualche visita, se ho ben capito, altrimenti morrebbe di fame) e dovrà sopportare le offese, le ingiurie, gli sputi, gli schiaffi, le minacce e la sassaiola che riceverà dai nuovi vicini, i coloni sionisti, ben protetti ovviamente dall’esercito israeliano. E’ così che avanza silenziosamente l’occupazione sionista. E sinceramente non mi meraviglio che qualche palestinese ogni tanto si faccia saltare in aria. Probabilmente lo farei anche io.
...
Infine non scordiamoci mai che prima che il progetto sionista si materializzasse, in Palestina, ebrei e palestinesi vivevano insieme, pacificamente. Ma i sionisti, ovviamente, non vedono di buon occhio gli ebrei che tendono a convivere pacificamente con i palestinesi, quindi quando ebbe inizio l'insediamento sono stati espulsi tutti, questi schifosi ebrei pacifici, come se fossero delinquenti.


P.P.S. (Non capisco come sia possibile che il Tel-Aviv, squadra israeliana, disputi la Champions League che, per definizione, è una coppa europea! Lo trovo davvero disdicevole! Se sapete dirmi il motivo, vi prego, fatelo! Grazie)


Il Signor L.




Vorrei dedicare questo mio umile post a un grande uomo, che purtroppo non ho avuto modo di conoscere, un eroe dei nostri giorni: Hashem Azzeh, medico palestinese che ha fatto della sua semplice esistenza una forma di resistenza, pacifica, ad Habron. 
Viveva ad Habron da generazioni, nel quartiere Tel Rumeida, in Shuhada Street, e un giorno si è visto murato vivo da un grande check point, i coloni tutti intorno, insediati a decine nelle case delle famiglie palestinesi cacciate grazia all'aiuto dell'esercito israeliano.
Lo hanno picchiato, minacciato, i coloni hanno provocato due aborti spontanei alla moglie (a furia di calci, immagino), hanno fatto arrestare suo figlio di 5 anni, gli hanno lanciato addosso immondizia, sassi, acido, gli sono entrati in casa devastandola. Ma lui è sempre rimasto nella SUA casa, professando amore. Anche se il colone che gli era venuto a vivere sopra, sulla porta, ci aveva scritto: "DIO CI HA DATO IL DIRITTO DI UCCIDERE GLI ARABI, E NOI LO AMIAMO PER QUESTO!"
Cliccate qui e qui per saperne di più intorno a questo piccolo, grande, uomo.

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