“Tra due esseri umani, a volte, ci può essere un
filo d’oro, che li lega in maniera durevole.”, lo disse Jung.
Ma a volte fra esseri umani ci possono essere
anche fili spinati. E muri. Che dividono. Muri che dividono città a metà, che
separano famiglie.
Ma possono arrivare anche ad esistere vere e
proprie prigioni a cielo aperto, come Gaza: la più grande e tremenda prigione a
cielo aperto del mondo. Uno spicchio di terra dove quasi ogni giorno è l’11
settembre.
Ultimamente, e inevitabilmente, stanno aumentando
gli attriti fra israeliani e palestinesi…attriti che non si fermeranno mai fino
a che l’espansione coloniale israeliana (denunciata più e più volte dalle
Nazioni Unite, da altre nazioni, dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aja
che ha più volte sentenziato che i muri innalzati da Israele sono contro il
diritto internazionale e vanno smantellati – ma come ben si sa dei divieti e
dei rimproveri internazionali Israele se ne frega sfacciatamente, infatti sta
or ora innalzando altri muri!) continuerà a procedere ininterrottamente.
Occupazione che avanza sempre, sempre, a volte con fragore, a volte
serpeggiando, come un fuoco che a tratti esplode e a tratti viaggia invisibile,
sepolto tra le macerie, ma continua a bruciare, avanzare, inosservato, imperterrito,
per poi riesplodere e divampare famelico.
In molti prospettano l’ipotesi di una nuova Intifada,
a breve. Io non posso sapere quando
avverrà, ma sarà inevitabile. Inevitabile. Sinché la strategia governativa
israeliana sarà diretta a normalizzare e aumentare l’occupazione della
Palestina con metodi crudeli e disumani, infimi e dissacranti, un’altra
Intifada è il minimo che si possa prevedere all’orizzonte. Orizzonte di sangue,
come sempre. Con proporzioni di mille palestinesi civili uccisi (compresi
bambini e donne) contro un paio di militari israeliani.
Netanyahu prosegue a consolidare una realtà in cui
palestinesi e israeliani, che vivono fianco a fianco, son soggetti a leggi e
tribunali diversi, usando strade separate, e in cui i primi non hanno libero
accesso a beni primari come l’acqua e la casa. I palestinesi possono essere
arrestati senza alcun capo d’accusa preciso, possono essere gambizzati senza
alcuna colpa specifica…vivono praticamente senza alcun diritto e sotto la
minaccia perpetua di poter perdere la vita, la casa, il salario, la terra, la
dignità.
Ma questa realtà è taciuta dai media. Al
telegiornale si sente solo del palestinese che si fa saltare in aria, senza
spiegare il perché è arrivato a quel gesto. Si parla di “disordine”, di “ondata
di terrore”, di “atti terroristici” solo quando a compierli sono i palestinesi,
con armi improvvisate, facendosi esplodere in aria o con missili artigianali. Non
viene mai precisato, invece, che la politica israeliana è “terrorismo” continuo,
perpetuo, ormai meccanico, peraltro attuato da uno degli eserciti più temibili
al mondo.
Netanyahu. Il volto di un nuovo Hitler, senza
baffi, ma universalmente accettato. Netanyahu, responsabile insieme ai suoi
predecessori di un olocausto di proporzioni gigantesche, ora però viene a darci
lezioni di storia. Interessante. Una nuova narrativa ebraica, più adatta ai
tempi, tanto che fra poco usciranno film hollywoodiani in cui i palestinesi
saranno gli azionatori dei forni crematori.
Ma ammettendo anche fosse vero che il Gran Muftì
avesse dato l’idea a Hitler di sterminare gli ebrei invece che allontanarli,
quindi?
Caro Bibi, ciò comunque non cancellerebbe un solo
crimine da te commesso, e neanche uno di quelli commessi dai premier israeliani
che ti hanno preceduto; ciò comunque non giustificherebbe i fiumi di sangue versati
in nome del sionismo.
Ma Bibi – il Grande Bibi – la sa lunga, gli
israeliani la sanno sempre lunga, quindi vediamo cosa ci aspetta.
Si, devo ammetterlo, stiamo decisamente vivendo
tempi interessanti.
P.S. L’olocausto ebreo ha e sempre avrà la
risonanza che merita, perché gli ebrei – vuoi o non vuoi – sono molto potenti e sono usciti tra i
vincitori dal conflitto mondiale e la Storia che viene scritta nei libri di
scuola la scrivono i vincenti.
Dell’olocausto palestinese invece non si parla, o
pochissimo, e chiunque ne parli viene bloccato dal: “Eh! Ma pure i palestinesi
mica son santi, dai, potrebbero mettersi d’accordo con gli israeliani e
convivere pacificamente…che poi, tutto questo olocausto io non saprei, è una
guerra ormai senza fine e la gente muore!”.
E’ un po’ come se parlando dell’olocausto ebreo
fosse normale che uno rispondesse: “Eh! Ma gli ebrei mica eran santi, dai,
potevano mettersi d’accordo con i nazisti e convivere pacificamente…che poi,
tutto questo olocausto io non saprei, dati proprio certi non ce ne sono,
esistevano i campi di concentramento, va bene, dove vi erano ebrei, polacchi,
zingari, rom…e anche i gulag erano campi di concentramento e vi sono morte ben
più persone…insomma, è stata una guerra atroce e la gente in un modo o nell’altra
è morta!”
Resta che forse non si parlerà dell’olocausto
palestinese nei libri di scuola. Tutto in definitiva dipende da chi fra
centinaia di anni si ritroverà a scrivere questo piccolo spicchio di storia.
Può darsi che i palestinesi facciano la fine degli “oltre tremila lavoratori
assediati nella stazione e poi uccisi” di Cent’anni di Solitudine, scomparsi
dalla storia, cancellati dai libri di scuola, stessa fine che fece anche il
Colonello Aureliano Buendia, che diventò quasi una figura mitologica…così
potrebbe divenire Gaza, come un sinonimo di “prigione a cielo aperto” ma senza
che nessuno più sappia che fu un posto che, ahimè, esistette per davvero, con
all’interno rinchiusa gente vera, come noi, costretta a vivere in condizioni
disumane.
Altra gente invece all’olocausto palestinese
contrappone le atrocità del mondo musulmano, come se ciò giustificasse la
politica di Israele. Ma io non mi nascondo dietro a un dito, sono pienamente
conscio che il mondo arabo porta in sé molte irregolarità, molte empietà e
iniquità (basti guardare la condizione in cui è costretta a vivere la donna in
molti stati musulmani, le lapidazioni, la nauseante Arabia Saudita, le
decapitazioni in piazza, etc.) ma tutto ciò non deve distoglierci da ciò che
succede giornalmente da ormai troppi anni in Palestina, a Gaza in particolar
modo. E l’immobilismo universale è un qualcosa di agghiacciante, quasi più dell’Olocausto
in sé.
Per chiunque voglia farsi un’idea più precisa
consiglio di leggere il libro “Ultima fermata a Gaza” di Noam Chomsky e Ilan
Pappé. Rende abbastanza bene l’idea dell’orrore. Ma meglio ancora è parlare con
qualcuno che è stato in Palestina, magari andando dentro a qualche spicchio di
città periferica colonizzata, a parlare con i palestinesi che malgrado tutto
decidono di continuare a vivere lì, nella propria casa, anche se ormai
circondati da coloni e tagliati fuori dal resto del mondo dai muri innalzati. Perché
è così che vengono costruite le nuove colonie: arriva l’esercito e innalza muri
circoscrivendo un quartiere e "invitando" a chi vi vive a sloggiare, ovviamente
la maggior parte dei palestinesi che lì vivevano se ne vanno, senza più una
casa, senza più nulla, solo in pochi, pochissimi restano, ritrovandosi così
circondati dai coloni che l’esercito ha prontamente insediato nel “nuovo”
quartiere sionista. Chi decide di rimanere quindi lo può fare, ma non avrà più
alcun diritto, non potrà più uscire dal quartiere (può ricevere solo qualche
visita, se ho ben capito, altrimenti morrebbe di fame) e dovrà sopportare le
offese, le ingiurie, gli sputi, gli schiaffi, le minacce e la sassaiola che riceverà dai
nuovi vicini, i coloni sionisti, ben protetti ovviamente dall’esercito
israeliano. E’ così che avanza silenziosamente l’occupazione sionista. E
sinceramente non mi meraviglio che qualche palestinese ogni tanto si faccia
saltare in aria. Probabilmente lo farei anche io.
...
Infine non scordiamoci mai che prima che il progetto sionista si materializzasse, in Palestina, ebrei e palestinesi vivevano insieme, pacificamente. Ma i sionisti, ovviamente, non vedono di buon occhio gli ebrei che tendono a convivere pacificamente con i palestinesi, quindi quando ebbe inizio l'insediamento sono stati espulsi tutti, questi schifosi ebrei pacifici, come se fossero delinquenti.
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Infine non scordiamoci mai che prima che il progetto sionista si materializzasse, in Palestina, ebrei e palestinesi vivevano insieme, pacificamente. Ma i sionisti, ovviamente, non vedono di buon occhio gli ebrei che tendono a convivere pacificamente con i palestinesi, quindi quando ebbe inizio l'insediamento sono stati espulsi tutti, questi schifosi ebrei pacifici, come se fossero delinquenti.
P.P.S. (Non capisco come sia possibile che il
Tel-Aviv, squadra israeliana, disputi la Champions League che, per definizione,
è una coppa europea! Lo trovo davvero disdicevole! Se sapete dirmi il motivo,
vi prego, fatelo! Grazie)
Il Signor L.
Vorrei dedicare questo mio umile post a un grande uomo, che purtroppo non ho avuto modo di conoscere, un eroe dei nostri giorni: Hashem Azzeh, medico palestinese che ha fatto della sua semplice esistenza una forma di resistenza, pacifica, ad Habron.
Viveva ad Habron da generazioni, nel quartiere Tel Rumeida, in Shuhada Street, e un giorno si è visto murato vivo da un grande check point, i coloni tutti intorno, insediati a decine nelle case delle famiglie palestinesi cacciate grazia all'aiuto dell'esercito israeliano.
Lo hanno picchiato, minacciato, i coloni hanno provocato due aborti spontanei alla moglie (a furia di calci, immagino), hanno fatto arrestare suo figlio di 5 anni, gli hanno lanciato addosso immondizia, sassi, acido, gli sono entrati in casa devastandola. Ma lui è sempre rimasto nella SUA casa, professando amore. Anche se il colone che gli era venuto a vivere sopra, sulla porta, ci aveva scritto: "DIO CI HA DATO IL DIRITTO DI UCCIDERE GLI ARABI, E NOI LO AMIAMO PER QUESTO!"
Viveva ad Habron da generazioni, nel quartiere Tel Rumeida, in Shuhada Street, e un giorno si è visto murato vivo da un grande check point, i coloni tutti intorno, insediati a decine nelle case delle famiglie palestinesi cacciate grazia all'aiuto dell'esercito israeliano.
Lo hanno picchiato, minacciato, i coloni hanno provocato due aborti spontanei alla moglie (a furia di calci, immagino), hanno fatto arrestare suo figlio di 5 anni, gli hanno lanciato addosso immondizia, sassi, acido, gli sono entrati in casa devastandola. Ma lui è sempre rimasto nella SUA casa, professando amore. Anche se il colone che gli era venuto a vivere sopra, sulla porta, ci aveva scritto: "DIO CI HA DATO IL DIRITTO DI UCCIDERE GLI ARABI, E NOI LO AMIAMO PER QUESTO!"
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