martedì 10 marzo 2015

La festa della donna




Sinceramente mi piacerebbe vivere in un mondo dove non ci sia più bisogno della “Festa della donna”... dove in generale non ci sia bisogno di celebrare qualcosa.
Niente contro un mazzolino di mimose, niente contro chi ha voglia di "festeggiare" (o auto-celebrarsi, o semplicemente di ricordare) ma comprendo anche tutte quelle donne e quegli uomini che non hanno alcuna voglia di celebrare questa “festa”.
Invece che insegnare a un bambino/ragazzo di non scordarsi di regalare un mazzetto di mimose l’8 Marzo e di non scordarsi di portare fuori a cena il giorno di “San Valentino” la propria ragazza, insegniamoli il vero rispetto verso la donna, quotidianamente (innanzitutto con l'esempio...perché è solo con il nostro esempio che può cambiare il "mondo", non di certo con le nostre opinioni) 
D'altronde se in una coppia c'è amore, il mazzetto di mimose l’8 Marzo e un'imprescindibile cena fuori il giorno di San Valentino, divengono fattori secondari, bei gesti, una piccola sorta di tradizione, ma comunque niente di essenziale…
...divengono essenziali, al contrario, quando nella coppia c'è carenza di amore, o qualcosa da farsi perdonare.
Allo stesso modo se ci fosse vero rispetto tra uomini e donne (rispetto reciproco e autentico) e quando, oltre all'uomo, anche la donna imparerà a rispettare sé stessa...ecco che diverrebbe inutile una “festa” dedicata alla donna (se poi le donne vogliono uscire in branco quella sera per divertirsi e guardare qualche spogliarello maschile, non ho niente contro, ma tutto ciò esula dalla "festa" per la donna!)
Insomma...se tu (donna o uomo) rispetti quotidianamente la donna nella sua interezza e se credi veramente nella parità dei diritti fra uomini e donne…le mimose e la festa in sé per sé diventano un semplice accessorio, niente di essenziale e vitale.

Chi invece dà a quel mazzetto di fiori gialli un'importanza fobica…chissà…forse più che "amare" la donna, significa che ha la coscienza un po’ sporca (senza per questo voler generalizzare!)


Il Signor L.

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