“Ciò che è
essenziale, spesso, è ciò che è invisibile all’occhio.”
Frase estratta da "Il Piccolo Principe" che in molti non riescono davvero a comprendere, perché sono stati inconsapevolmente deglutiti dalla nuova
propaganda mondiale: la pubblicità.
Pubblicità
e invidia: ecco su cosa si basa il consumismo.
Ci hanno
fatto credere, e noi coglioni ci siamo cascati, che il superfluo è
indispensabile.
Ormai
acquistiamo tutto anche se non abbiamo più soldi. Tutto in comode rate, signori
e signore.
Hai ancora la televisione catodica? Muoviti!
Non perdere l’occasione: ora c’è la televisione al plasma! L’hai comprata?
Forse era meglio se aspettavi, perché ora c’è quella a LCD, che dicono sia
meglio…HD, Full HD…non hai il Blu-Ray? Sei out! Hai ancora il Blu-Ray? Ora è
uscita la Televisione 3D. Puoi comprarla sempre in comode rate, tranquillo, che
finita di pagarla uscirà la Televisione Oled ultra HD…e quella non te la puoi
perdere.
Ma tutto
ciò per guardare cosa? Compri una televisione in 3D per guardare Uomini
e Donne? O i soliti film americani che basta che guardi i primi e gli
ultimi trenta secondi per aver già capito tutta la trama? No. Certo che no.
Compri
una televisione in 3D per far vedere e per poter dire agli Altri che tu hai la
Televisione in 3D. E’ tutto qui il trucco.
Siamo
diventati succubi degli oggetti, e veniamo giudicati (lasciandoci giudicare) in base agli oggetti che possediamo.
Ergo
siamo diventati oggetti noi stessi.
Sempre
più truccati, sempre più palestrati, sempre più ritoccati.
Sempre
più alienati. Sempre più anonimi.
Il mondo
occidentale sta diventando un enorme non-luogo augeriano; un enorme centro
commerciale dove più che incontrarsi ci si scontra, e dove si parla in codice, tramite
dialoghi surrogati e frasi pre-confezionate, anche se più spesso non ci si parla affatto: perchè si chatta.
Centri
estetici, palestre, reparti di chirurgia plastica sempre più affollati...mentre
chiudono teatri e biblioteche.
Città
nevrotiche sempre più piene di gente ma sempre più vuote di persone, dove ci si
ammazza per un posto auto.
Inoltre
ci hanno defraudato anche dei sogni. Perché non è un sogno il voler possedere
una macchina potente. E’ solo l’illusione di un sogno. Appena avrai comprato
quella macchina vorrai possedere qualcos’altro, di più potente, di più alla
moda, perché ci sarà sempre qualcosa di più potente, di più alla moda. E così sarai
sempre infelicemente insoddisfatto.
L’imperiosa
vittoria dell’avere sull’essere.
L’Audi
e-tron Spyder costa circa 3 milioni di euro. Il Salvatore’s Legacy è un
cocktail da circa 6 mila euro, una borsetta della Hermes può arrivare a costare
30 mila euro.
Sono
prezzi che non hanno alcun senso di esistere se vai a vedere gli irrisori costi
di produzione (produzione quasi sempre delegata a nazioni dove la manodopera
non costa nulla perché i lavoratori sono schiavi, basti guardare la Apple e aziende simili, che non sarebbero nulla senza - è solo una delle tante - ditte come la Foxconn, compagnia taiwanese dove si assemblano componenti elettronici, e dove
i lavoratori si sono suicidati per le condizioni lavorative a cui erano
sottoposti. Cosicché la Foxconn ha subito installato reti di protezione intorno
agli edifici e ha fatto firmare ai dipendenti contratti dove questi promettono di non
suicidarsi, dove questi promettono di fare rapporto ai colleghi che sembrano
depressi e dove questi promettono di “autodenunciarsi” se notano che le proprie
condizioni psichiche si stanno deteriorando, in tal caso la Foxconn pagherà
tutte le spese mediche. Quindi non sembrerà neanche assurdo che Terry Gou, il
direttore generale, ha definito i propri impiegati animali, lamentandosi che
gestire un milione di animali gli dà il mal di testa; infine, sempre il mitico
Terry, ha invitato il direttore dello zoo di Taipei per apprendere il metodo di
gestione degli animali e lo ha invitato, nello specifico, alla riunione annuale
di bilancio in maniera che i suoi general manager potessero attentamente
ascoltarlo! Inoltre direi che è sintomatico il fatto che non si è in nessun
modo cercato di eliminare le CAUSE per cui i dipendenti tentavano il suicidio!)
Ma
torniamo a noi. Chi compra questi oggetti dal prezzo fuori da ogni logica
razionale, acquista proprio perché vuole spendere una cifra fuori da ogni
logica razionale! Perché il suo scopo è solo quello di esibire. E’ solo quello
di mostrare il proprio potere.
Non
desidera quell’oggetto in sé per sé, desidera e acquista l’idea che si faranno
tutti vedendolo con quell’oggetto.
Coglie in
pieno questo spirito la pubblicità della Dacia Duster.
“Costa
troppo poco. Noi volevamo spendere di più!” Ecco quello che dicono due perfetti
figli di questa società. Loro vogliono spendere, vogliono far sapere agli altri
che loro hanno potere d’acquisto. Non gliene frega un cazzo se la macchina è
buona o meno: vogliono spendere.
Quella
pubblicità ovviamente non è fatta per chi ha potere di acquisto, bensì è fatta
per i “poracci”, anello indispensabile della catena consumistica, che così vedendo
e udendo penseranno: “Vedi? Quei ricconi non la comprano solo perché costa
troppo poco, altrimenti l’avrebbero presa! Quindi significa che in definitiva è
una bella macchina!”
E i
“poracci”, senza neanche saperlo, sono l’anima del consumismo. La loro invidia
è la linfa del sistema. Senza la loro invidia non avrebbero più alcun senso
macchine da milioni di euro, borsette da migliaia di euro e tutto quanto il
resto.
I ricchi
comprano oggetti compulsivamente finendo in corto circuito (perchè non basta l'invidia
degli altri per essere felici...e infatti invece di essere felici e appagati
sono quasi sempre nervosi e nevrotici, perché la corsa dietro ai soldi e dietro
agli oggetti è una corsa sfiancante, senza un traguardo, e che non ti lascia un
attimo di pausa), mentre i poracci vivono nel sogno di possedere gli oggetti
che possiedono i ricchi e spendono tutti i loro soldi (anche quando non ce
l’hanno, perchè si può pagare in comodissime rate!) inseguendo la moda e cercando
di imitare nel loro piccolo i ricchi.
Ma un
sogno è un qualcosa di più profondo.
Non può
essere un sogno il possedere una Maserati, al massimo può essere un obbiettivo
da porsi, ma non un sogno.
Non può
essere un sogno il riuscire a essere un tronista di Uomini e Donne (e qui
torniamo al discorso dell’individuo che ormai è oggetto, o peggio ancora,
prende il nome dall’oggetto. Trono deriva dal latino thronus col
significato di “ciò che sostiene”, un tronista quindi per
definizione vale meno dell’oggetto che lo sostiene, perché prende il nome da
esso. Essere definito tronista è a conti fatti un’offesa - anche perchè chissà che nome prenderebbe il cosiddetto tronista quando invece
che sul trono si ritrova seduto sul WC per defecare - ma ormai in cambio di un
po’ di notorietà e di qualche spiccio siamo disposti a tutto. Perché
essendo diventati oggetti non abbiamo più neanche il senso
della dignità, che è un sentimento che possono provare solo delle persone).
In
definitiva un sogno dev’essere un qualcosa che va oltre l’orizzonte.
Un sogno
deve bruciare di un fuoco perpetuo, dev’essere rinnovabile, perché deve tenerci
in vita per tutta la vita.
Deve
essere un sogno dell’anima.
Quindi…hey,
poveracci! Stupite tutti! Stupite il sistema! Accendete le vostre menti!
Questo è
il mio sogno: che voi gettiate l’invidia nel pozzo più profondo. Inoltre vorrei
vedervi rallentare: perché la felicità sta nella lentezza.
Infine
guardate il sorriso di un bambino africano, che non ha nulla, e poi guardatevi
allo specchio…
… e a
questo punto chiedetevi cosa c’è che non va.
Il Signor L.
Ho sempre sostenuto che la felicità sta nella semplicità ma grazie a te ora posso dire che la felicità sta anche nella lentezza. Grazie!
RispondiEliminaSta anche nella semplicità, senza dubbio. Ma in un certo qual modo anche nella lentezza.
EliminaGrazie a te...