lunedì 23 marzo 2015

I have a dream




“Ciò che è essenziale, spesso, è ciò che è invisibile all’occhio.”

Frase estratta da "Il Piccolo Principe" che in molti non riescono davvero a comprendere, perché sono stati inconsapevolmente deglutiti dalla nuova propaganda mondiale: la pubblicità.
Pubblicità e invidia: ecco su cosa si basa il consumismo.
Ci hanno fatto credere, e noi coglioni ci siamo cascati, che il superfluo è indispensabile.
Ormai acquistiamo tutto anche se non abbiamo più soldi. Tutto in comode rate, signori e signore.
Hai ancora la televisione catodica? Muoviti! Non perdere l’occasione: ora c’è la televisione al plasma! L’hai comprata? Forse era meglio se aspettavi, perché ora c’è quella a LCD, che dicono sia meglio…HD, Full HD…non hai il Blu-Ray? Sei out! Hai ancora il Blu-Ray? Ora è uscita la Televisione 3D. Puoi comprarla sempre in comode rate, tranquillo, che finita di pagarla uscirà la Televisione Oled ultra HD…e quella non te la puoi perdere.
Ma tutto ciò per guardare cosa? Compri una televisione in 3D per guardare Uomini e Donne? O i soliti film americani che basta che guardi i primi e gli ultimi trenta secondi per aver già capito tutta la trama? No. Certo che no.
Compri una televisione in 3D per far vedere e per poter dire agli Altri che tu hai la Televisione in 3D. E’ tutto qui il trucco.
Siamo diventati succubi degli oggetti, e veniamo giudicati (lasciandoci giudicare) in base agli oggetti che possediamo.
Ergo siamo diventati oggetti noi stessi.
Sempre più truccati, sempre più palestrati, sempre più ritoccati.
Sempre più alienati. Sempre più anonimi.
Il mondo occidentale sta diventando un enorme non-luogo augeriano; un enorme centro commerciale dove più che incontrarsi ci si scontra, e dove si parla in codice, tramite dialoghi surrogati e frasi pre-confezionate, anche se più spesso non ci si parla affatto: perchè si chatta.
Centri estetici, palestre, reparti di chirurgia plastica sempre più affollati...mentre chiudono teatri e biblioteche.
Città nevrotiche sempre più piene di gente ma sempre più vuote di persone, dove ci si ammazza per un posto auto.
Inoltre ci hanno defraudato anche dei sogni. Perché non è un sogno il voler possedere una macchina potente. E’ solo l’illusione di un sogno. Appena avrai comprato quella macchina vorrai possedere qualcos’altro, di più potente, di più alla moda, perché ci sarà sempre qualcosa di più potente, di più alla moda. E così sarai sempre infelicemente insoddisfatto.
L’imperiosa vittoria dell’avere sull’essere.
L’Audi e-tron Spyder costa circa 3 milioni di euro. Il Salvatore’s Legacy è un cocktail da circa 6 mila euro, una borsetta della Hermes può arrivare a costare 30 mila euro.
Sono prezzi che non hanno alcun senso di esistere se vai a vedere gli irrisori costi di produzione (produzione quasi sempre delegata a nazioni dove la manodopera non costa nulla perché i lavoratori sono schiavi, basti guardare la Apple e aziende simili, che non sarebbero nulla senza - è solo una delle tante - ditte come la Foxconn, compagnia taiwanese dove si assemblano componenti elettronici, e dove i lavoratori si sono suicidati per le condizioni lavorative a cui erano sottoposti. Cosicché la Foxconn ha subito installato reti di protezione intorno agli edifici e ha fatto firmare ai dipendenti contratti dove questi promettono di non suicidarsi, dove questi promettono di fare rapporto ai colleghi che sembrano depressi e dove questi promettono di “autodenunciarsi” se notano che le proprie condizioni psichiche si stanno deteriorando, in tal caso la Foxconn pagherà tutte le spese mediche. Quindi non sembrerà neanche assurdo che Terry Gou, il direttore generale, ha definito i propri impiegati animali, lamentandosi che gestire un milione di animali gli dà il mal di testa; infine, sempre il mitico Terry, ha invitato il direttore dello zoo di Taipei per apprendere il metodo di gestione degli animali e lo ha invitato, nello specifico, alla riunione annuale di bilancio in maniera che i suoi general manager potessero attentamente ascoltarlo! Inoltre direi che è sintomatico il fatto che non si è in nessun modo cercato di eliminare le CAUSE per cui i dipendenti tentavano il suicidio!)
Ma torniamo a noi. Chi compra questi oggetti dal prezzo fuori da ogni logica razionale, acquista proprio perché vuole spendere una cifra fuori da ogni logica razionale! Perché il suo scopo è solo quello di esibire. E’ solo quello di mostrare il proprio potere.
Non desidera quell’oggetto in sé per sé, desidera e acquista l’idea che si faranno tutti vedendolo con quell’oggetto.
Coglie in pieno questo spirito la pubblicità della Dacia Duster.
“Costa troppo poco. Noi volevamo spendere di più!” Ecco quello che dicono due perfetti figli di questa società. Loro vogliono spendere, vogliono far sapere agli altri che loro hanno potere d’acquisto. Non gliene frega un cazzo se la macchina è buona o meno: vogliono spendere.
Quella pubblicità ovviamente non è fatta per chi ha potere di acquisto, bensì è fatta per i “poracci”, anello indispensabile della catena consumistica, che così vedendo e udendo penseranno: “Vedi? Quei ricconi non la comprano solo perché costa troppo poco, altrimenti l’avrebbero presa! Quindi significa che in definitiva è una bella macchina!”
E i “poracci”, senza neanche saperlo, sono l’anima del consumismo. La loro invidia è la linfa del sistema. Senza la loro invidia non avrebbero più alcun senso macchine da milioni di euro, borsette da migliaia di euro e tutto quanto il resto.
I ricchi comprano oggetti compulsivamente finendo in corto circuito (perchè non basta l'invidia degli altri per essere felici...e infatti invece di essere felici e appagati sono quasi sempre nervosi e nevrotici, perché la corsa dietro ai soldi e dietro agli oggetti è una corsa sfiancante, senza un traguardo, e che non ti lascia un attimo di pausa), mentre i poracci vivono nel sogno di possedere gli oggetti che possiedono i ricchi e spendono tutti i loro soldi (anche quando non ce l’hanno, perchè si può pagare in comodissime rate!) inseguendo la moda e cercando di imitare nel loro piccolo i ricchi.
Ma un sogno è un qualcosa di più profondo.
Non può essere un sogno il possedere una Maserati, al massimo può essere un obbiettivo da porsi, ma non un sogno.
Non può essere un sogno il riuscire a essere un tronista di Uomini e Donne (e qui torniamo al discorso dell’individuo che ormai è oggetto, o peggio ancora, prende il nome dall’oggetto. Trono deriva dal latino thronus col significato di “ciò che sostiene”, un tronista quindi per definizione vale meno dell’oggetto che lo sostiene, perché prende il nome da esso. Essere definito tronista è a conti fatti un’offesa - anche perchè chissà che nome prenderebbe il cosiddetto tronista quando invece che sul trono si ritrova seduto sul WC per defecare - ma ormai in cambio di un po’ di notorietà e di qualche spiccio siamo disposti a tutto. Perché essendo diventati oggetti non abbiamo più neanche il senso della dignità, che è un sentimento che possono provare solo delle persone).
In definitiva un sogno dev’essere un qualcosa che va oltre l’orizzonte.
Un sogno deve bruciare di un fuoco perpetuo, dev’essere rinnovabile, perché deve tenerci in vita per tutta la vita.
Deve essere un sogno dell’anima.
Quindi…hey, poveracci! Stupite tutti! Stupite il sistema! Accendete le vostre menti! 
Questo è il mio sogno: che voi gettiate l’invidia nel pozzo più profondo. Inoltre vorrei vedervi rallentare: perché la felicità sta nella lentezza.
Infine guardate il sorriso di un bambino africano, che non ha nulla, e poi guardatevi allo specchio…

… e a questo punto chiedetevi cosa c’è che non va.


Il Signor L.


2 commenti:

  1. Ho sempre sostenuto che la felicità sta nella semplicità ma grazie a te ora posso dire che la felicità sta anche nella lentezza. Grazie!

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    1. Sta anche nella semplicità, senza dubbio. Ma in un certo qual modo anche nella lentezza.
      Grazie a te...

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