martedì 30 dicembre 2014

Vangelo secondo Pasqua'

In memoria di José


Tra i famosi rotoli del Mar Morto fu trovato anche un Vangelo secondo Pasquà. Di certo non ne avete mai sentito parlare in quanto la sua scoperta, avvenuta nel dicembre del 1947 nella dodicesima grotta di Qumran, fu sin da subito tenuta segreta.
Il papirologo spagnolo José O'Callaghan, ricercatore dell'istituto biblico di Roma e mio carissimo amico, si sbilanciò dichiarando addirittura che, con ogni probabilità, trattasi del Vangelo più attendibile, l’originale. Ma queste sue dichiarazioni furono sin dalla nascita censurate e poco dopo, José, fu trovato misteriosamente morto a Barcellona, il 15 dicembre del 2001.
Fortunosamente mi aveva preventivamente spedito alcune copie dell’originale che io, fedelmente, vi riporto qui a seguire nella versione integrale:



                                                             Il Vangelo secondo Pasquà

Mentre cenavano Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Arrivò da Simò ‘r Pietro ma questi gli disse:“Ma che caz t’è pigghiet mò? Pchè m’ù da lavà i pìd?”
Rispose Gesù:“Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo.”
“Ma l’è lavet stmattin!…m’ puzzn p’ cas?”
“Se non ti laverò, non avrai parte con me!”
”Ma c’ caz vai dicen? E allor damm nà passet pur ‘n gul vista che c’ st’!”
Soggiunse Gesù:“Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti!”
“C’ stè arrunat! Vattin, va!”
Ma l’Iscariota lo riprese:” E dai puvrit! Fall cuntent, ci u sim fatt fà tutt quant!”
Così Simò allargò le braccia e se li fece lavare.
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura:Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato!”
“Ma culct u’ pomerigg…moc a mamt!” urlò uno dei dodici ridacchiando.
E qualcun altro si lasciò sfuggire un:“Ma parle come t’ha fatte mamete!” e sghignazzavano ilari.
Ma Gesù si commosse profondamente e dichiarò:“In verità, in verità vi dico: uno di voi mi bacerà!”
Calò il silenzio e i discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.
Simò ‘r Pietro fu il primo a riprendersi dallo stupore e subito chiese:“M chi d’è stù ricchion?”
Rispose allora Gesù:“È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò!”
E intinto il boccone lo prese e lo diede a Giuda, l’Iscariota, che gli fece l’occhiolino.
Gesù quindi, eccitato, gli disse:“Quello che devi fare fallo al più presto!”
Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; i più pensavano che stessero semplicemente scherzando mentre alcuni pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto:“Và a pighià nù poc d’ fum!”
Comunque Giuda, preso il boccone, subito uscì. Era notte.
Quand’egli fu uscito, Gesù disse:“Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri!”
Simò ‘r Pietro gli chiese:”Signò, vabbuò, c’amerem ma…ma tu ndò caz vai?”
Gli rispose Gesù:“Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi!”
E Simò bisbigliò:“Scì…cridc!” e si toccò le palle.
Mentre Tommaso gli chiese serio:”M’ si n’ sapim ndò vai, com putim canosc a stred?”
Gli rispose Gesù allargando le braccia:“Io sono la via, la verità e la vita!”
Tutti esplosero a ridere:“E ‘na madon…ah ah ah!...vast a bev, Signò! Luatl u’ vin!”
Ma Gesù proseguì imperterrito:“Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui!”
“Ma che cazz jè? ‘N’orgia?” esplose a ridere Tommaso.
Un altro invece chiese:“ M’ ce à dditte u dottò?”
“M’ nient…stè frecàte a ciùcce! Nun lu vid? Cudd ten la guerr in cap!” se la rise Simò.
Gesù a quel punto uscì e se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi, ove spesso si riunivano per fumare, i discepoli subito lo seguirono perché l’ultima volta che era andato a fumare da solo poi giurava di aver visto Mosè…qualche volta addirittura lo si poteva anche cogliere a parlare col Diavolo. Già, amava prendersele grosse assai.
Dopo qualche giro di canna Gesù s’alzò e chiamò con sé  Pietro, Giacomo e Giovanni.
“E mò cà cazz vul?” bisbigliò Simò mentre lo seguivano. S’allontanarono dal gruppo e Gesù presto cominciò a sentire paura e angoscia.
“Tranquil, ù fa quand stai mbriec e fumet!” gli fecero quelli cercando di rasserenarlo.
Ma Gesù disse loro:“Pregate, per non entrare in tentazione.” poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava:“Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà!”
E Simò urlò:“Eh! Bravo padre! Livaglielo da nanz ‘u calec’…cà già sta mbriec tu figgh!”
Ma Gesù, in preda all’angoscia, neanche lo sentì e pregava intensamente, il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra.
Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano.
Così li svegliò dicendo loro:“Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione.”
“U mè! Ma n’ m’ rumpen u’ cazz! Prij tu s’ vù!” esclamò Pietro stizzito.
“Auèèè, vattaffà na cammenate a rive d’mar! Vattin!” lo sgridò invece Giacomo.
Così Gesù s’allontanò di nuovo e riprese a pregare dicendo le medesime parole.
E Simò constatò:“Vagliò, comunq sta peggioran! Sta dvntan vrament psant! N’ l’amma fà chiù bev!”
E Giacomo aggiunse:”Ma t’ rcurd quella vot ca in astinenz d’a cocain a fatt du casin a u tempio?”
Giovanni:”Iniz a jes nù risch a sci c’jis! Ormai u sann’ tutt ca je ‘n droghet’!”
“Già! Hai dit bon! C’è futtut tutt i neuron a furjj d’acd e funghett!” e si riaddormentarono.
Gesù, ritornato, li trovò di nuovo addormentati. Così svegliò Pietro dicendogli:“Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un’ora sola? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole!”
“Ci ièèèèè? Ouuu! Ma stà pparle o stà mmuve le recchiìe? Mè fnisc! Mo teja fa na cattedral d’ scaff! Vat a durm pure tu!”
E Giacomo rincarò:”Vatt a fa nu trman!”
Così Gesù se ne andò. Tornò poco dopo e per la terza volta li ritrovò addormentati, così disse loro svegliandoli:“Basta, è venuta l’ora, alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi bacerà è vicino.”
Simò a questo punto scattò in piedi e:“Vaffammocc’ a kitemmuuuuurt! M’ fasc thccuà l niìrv! M’hai ruuuutt ‘u cazz a mò!!! Auèèèè!!!”
Ma ecco che in quell’istante arrivò Giuda che subito si accostò a Gesù dicendogli:“Rabbì!” e lo baciò. In bocca.
Simò a quel punto si pietrificò. Solo dopo molti istanti estrasse la spada e chiese a Gesù se doveva colpire Giuda. Ma Gesù gli rispose di no, perché Giuda era la sua scelta. E si baciarono ancora.
”Mudùùùù! Madonn ch’jè a vdè!” esclamò esterrefatto Simò e corse via.
Anche Giacomo, Giovanni e tutti gli altri si dileguarono e Tommaso urlò:”Auèèè, recchiò, statt bun!”
Ma udito ciò Gesù si voltò e lo tacciò così:”Taci tu, Tommaso, che un giorno chiederai di potermi toccare!”
Ma oramai erano lontani e non lo sentirono e solo diverse ore più tardi appresero che poco dopo il loro allontanamento giunse una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani per catturare Gesù. Ormai si era sparsa la voce che Gesù spacciasse ed erano venuti a prenderlo per condannarlo a morte. L’Iscariota, disperato in quanto gli stavano portando via il suo amore, s’impiccò.
Passarono poi alcuni giorni e si era ormai sparsa la voce che Gesù fosse stato impiccato. I discepoli erano tornati alla loro vita. Vivevano vicino al mare di Tiberiade. Una mattina si trovavano insieme Simò ‘r Pietro, Tommaso detto ‘r Dìdimo, Natanaèle de Cana, i figli de Zebedèo e altri due discepoli.
Disse loro Simò ‘r Pietro: “Aueeè, uagliò! I’ vaj a pscà!”. Gli dissero: “Vnim pur nù, Simò!”
“Sciamaninne, sciam’!” e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.
Gesù disse loro:”Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Lo guardarono tutti sottecchi e gli risposero:”None!” e sottovoce qualcuno bisbigliò:”Ma mò chi cazz jè quist?”
Allora Gesù disse loro:“Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete!”
“Ma vattinn’ và, trimon!” borbottò qualcuno, comunque la gettarono e increduli non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.
“Ngule! Che bot de cul!” esclamò un figlio de Zebedèo.
Mentre Natanaele disse a Simò:“Gocciadavè…ma è ‘u recchiò!”. E Simò ‘r Pietro, appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e urlò disperato:”Muduuù!...ma n’ jev’ crpet’ quist’? Da n’do’ cazz’ esc’ for’?” e sempre per la disperazione si gettò in mare.
Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso or ora.”
Allora Simò ‘r Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
Gesù disse loro:“Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli chi era, poiché sapevano bene che era il Signore, ‘u Dottò.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.
Quand’ebbero mangiato, Gesù chiese a Simò:“Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”
Simò allargò le braccia imbarazzato e gli rispose: “Eeeeh! Sine, Signò, t voj ben!...com nu fret però!...mò che l'Iscariot jè crepet non t’ facenn vnji stren idee!”
E Gesù gli disse:“Pasci i miei agnelli!”
“E vabbuò…” storse la bocca Simò.
Gli chiese poi di nuovo Gesù:”Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”
Simò riallargò le braccia, si guardò intorno incredulo, poi gli rispose di nuovo: “Ah Signò…sine, te lè già dit ca t voj ben!”
E Gesù gli disse:”Pasci le mie pecorelle!”
“Fa ‘n po’ te! Chiù t’ dic’ ca t’ voj ben, chiù m’ truv’ da fatijà!” bisbigliò Simò con la bocca piena.
“Citt! Citt! Sort d’ c’zzalon! Purtl nù poc d’ rspet.” lo rimproverò Natanaèle de Cana.
Poi Gesù gli chiese per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”
Simone a ‘sto punto gettò via il pesce che stava mangiando, s’alzò incollerito e rivolto ai suoi compagni disse:”Ma quist iè sciiiiim, cumpà!!!” poi si voltò verso Gesù e:”Duj vot’ te dit d’ si!...e a prim’ pascl’ l'agnell’, a secon’ pascl’ i pecur’…e alla terz’ c’ vù? C' t’ pascl a vucell’?” e detto ciò lo mandò a quel paese col braccio e prese a camminare lesto nella sabbia allontanandosi dalla comitiva.
I figli di Zebedèo gli urlarono dietro:”Cugghion’ ‘i merd! Turn’ n’dret! N’ facenn cazzet! A fin d’ cunt c’ dvrtemm c’jis nà vot, non t’ rcurd?”
Ma Gesù, al contrario, gli urlò:”In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi!”
Simone era già lontano, comunque quelle parole le udì perché, senza voltarsi, sollevò un braccio e urlò solennemente:”Recchiooon ‘i meeerd…mavatenaffanchiuuuul!”


Il Signor L.


P.S. In realtà, anche se non sono un credente, ritengo che gli insegnamenti di Gesù Cristo (come anche di tanti altri profeti e filosofi della storia) siano di uno spessore immenso. Il mio "Vangelo secondo Pasquà" è nato più che altro dalla figura dei discepoli. Gesù che predicava ed esponeva parabole e metafore finissime a loro, mi ha sempre fatto venire in mente un professore di matematica che cerca di insegnare la trigonometria a delle pecore (senza offesa per le pecore). Insomma...i discepoli ce la mettevano tutta, mi sono anche simpatici...ma non ce la potevano proprio fare, arrancavano continuamente. 
Ma in compenso ci hanno lasciato il Vangelo: un "testo" sacro per chi crede o per chi crede di credere, ma con un enorme valore didattico e spirituale anche per tutti quelli che non credono.





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