mercoledì 11 febbraio 2015

Rivoluzione? ... (no Maria, chiudi la busta!)






Vorrei parlarvi di politica senza parlarvi di politica (impresa ardua, me ne rendo conto...sarebbe un po' come volersi lavare le mani senza usare le mani...ma ora vi spiego ciò che intendo dire...)


La politica ormai viene vissuta come un campionato di calcio, anche i termini che usano sono di stampo calcistico/sportivo (per ora siamo in vantaggio, dobbiamo essere compatti, dobbiamo continuare a pressarli, il nostro avversario è in difficoltà, la nostra tattica è quella giusta, non dobbiamo arrenderci, etc.) e ci sono veri e propri tifosi che riempiono le piazze col colore della loro squadra...e chi vince le elezioni è come se avesse vinto il campionato. 
Ed esultano, festeggiano.
Ma perché esultano come se avessero vinto la Champions League? 
In realtà in quel momento dovrebbero essere preoccupati in quanto investiti dal potere di governare uno Stato, un popolo. 
E noi cittadini? Invece di esultare come se avesse vinto la nostra "squadra del cuore" e difenderli perdendo ogni tipo di obiettività dovremmo essere i primi a criticare il partito che abbiamo votato se sta facendo male.
Invece in politica, come nel calcio, perdiamo di obiettività, perché tifiamo...e non molleremo mai la nostra squadra/partito del cuore.
A mio avviso dovremmo fare un passo indietro, tornare a una politica più sobria e smetterla di tifare...perchè il tifo non crea altro che divisione, mentre il nostro destino è comune.

La democrazia è ciò che di meglio c'è in circolazione, ma solo a una condizione, solo se il potere di chi governa viene usato per fare gli interessi della comunità.
Ma mi sembra evidente che questo potere purtroppo molto spesso non viene usato in questa direzione, in quanto la maggior parte delle democrazie (cosiddette) sono in realtà delle sfacciate plutocrazie (la plutocrazia è il predominio nella vita pubblica di individui o gruppi finanziari che, grazie alla disponibilità di enormi capitali, sono in grado d'influenzare in maniera determinante gli indirizzi politici dei rispettivi governi).
La disarmonia del mondo ove viviamo è sotto gli occhi di tutti: basti sapere che l'1% della popolazione mondiale possiede l'80% della ricchezza mondiale (dati non aggiornati, ma credo che siano anche peggiorate queste percentuali dato che ultimamente non mi sembra che i popoli si siano molto arricchiti, anzi!) e quell'1% tenderà ovviamente a "desiderare" (usiamo un eufemismo) popoli non molto colti, non molto sani e discretamente disperati e impauriti (vedi il video)





Per chi non ha avuto voglia di vedere il video adesso vi spiego io perchè desiderano popoli non molto colti e possibilmente impauriti...
...perché popoli di questo genere non sapranno fare di meglio che eseguire gli ordini, sperare per il meglio, svagarsi con la televisione e giocare d'azzardo sperando di arricchirsi senza alcuno sforzo o particolare merito...insomma, popoli di questo genere si controllano abbastanza facilmente.
Al contrario un popolo sano, colto e fiducioso sarebbe di gran lunga più difficile da controllare.
Perché? Perché se un cittadino arriva a stento a fine mese non si interesserà più di tanto di politica interna ed estera, in quanto non avrà nè il tempo nè la voglia di andare a documentarsi intorno a certi fatti e misfatti, sarà invece molto più preso dalla sua situazione sempre precaria e traballante (inoltre un cittadino povero che a stento arriva a fine mese non si preoccuperà della situazione degli altri poveri, al contrario diventerà "egoista" pensando unicamente alla sua, di situazione), insomma un cittadino di questo genere è perfetto per chi governa, in quanto è facile anche fargli credere che il motivo della sua povertà deriva da altri poveri (più poveri anche di lui) e il suo odio sarà facilmente indirizzabile verso altri disperati invece che verso - come logicamente dovrebbe essere - chi detiene ogni ricchezza senza voler lasciare un centesimo del bottino.
Su di un cittadino del genere (povero e incolto) attecchisce ogni sorta di propaganda (guarda caso sempre più spesso i governi tagliano i fondi per la cultura!) 
Al contrario un cittadino non proprio "citrullo" e discretamente benestante (o perlomeno non precario e che quindi non deve preoccuparsi costantemente di come arrivare a fine mese) potrebbe essere più problematico, in quanto potrebbe avere il tempo e la voglia di interessarsi di politica, potrebbe informarsi meglio su ciò che capita nel mondo e potrebbe anche essere disposto a "combattere" affinché tutti abbiano gli stessi diritti nel mondo (anche se a dire il vero la maggior parte di questi trascorrerà il tempo libero svagandosi con giochini dementi per cellulari e tablet, video su YouTube di gatti che tirano lo sciacquone, reality show, lotterie, cronaca nera e campionati di calcio! Insomma...non c'è neanche più bisogno della censura perchè quasi nessuno s'interessa ad argomenti censurabili!)

Comunque è sempre meglio non rischiare, quindi meglio mantenere un popolo incolto e impaurito...
...quindi capirete che così è molto facile per quell'1% mantenere per sè l'80% della ricchezza mondiale.

Inoltre un cittadino terrorizzato, da possibili attacchi terroristici o quant'altro (le paure sono come le mode, cambiano spesso e a volte ritornano), s'aggrapperà al potere di turno vedendo in quello l'unico possibile difensore e accetterà leggi e normative che non avrebbe mai accettato in "circostanze" normali.
Risulta tra l'altro abbastanza chiaro che questa élite tenterà sistematicamente di corrompere chi governa (d'altronde chi altro potrebbe corrompere i politici se non chi ha i soldi...di certo non il popolo col suo ridicolo salario), o si metterà a fare affari con questi (un eufemismo di corrompere), o addirittura presenterà alle elezioni direttamente personaggi vicini a loro. 

Non sto parlando di alcun complotto, niente di stratosfericamente assurdo...cioè...queste dinamiche ormai dovrebbero essere più o meno chiare a tutti.
Quindi capirete che a questo punto diventa un bel problema per il popolo scegliere il partito politico che più lo rappresenta, perché è vero che quel partito politico, scelto democraticamente dal popolo, verrà investito dal potere di governare...ma come userà quel potere? Per gli interessi della comunità? O si lascerà sedurre dalle onerose "offerte" che subito verranno servite a loro su piatti d'oro dell'élite dominante? (guarda negli Stati Uniti, sia la Clinton che Obama volevano trasformare il sistema sanitario da privato a pubblico, ma poi ogni volta non se n'è fatto più nulla. Perché secondo voi? Per fare il bene del popolo? O hanno cambiato idea in quanto corrotti/minacciati? Non è un segreto: è la seconda!)
Quindi: il partito che vincerà le elezioni sceglierà davvero liberamente cosa fare per il bene del popolo, o sarà costantemente pressato e minacciato da chi detiene il potere economico?
Se il Paese ti paga 10 per governare e l'élite ti offre 100, a chi sarai più fedele?
L'enorme discrepanza che c'è spesso fra promesse elettorali e azioni, deriva proprio da questo...perchè anche se sei onesto quando entri in un sistema in cui la maggior parte dei componenti è corrotta e collusa, verrai o emarginato o corrotto. Non hai altre scelte.

Verrebbe quindi da pensare che la soluzione migliore sia non andare più a votare, ma è sbagliato (perché i partiti politici, chi più chi meno, utilizzano sempre i loro canali, spesso la mafia, per veicolare i voti...e quindi a quel punto vincerebbe il partito più mafioso, il più lobbista, il meno a favore del popolo...perché chi è disposto a pagare per vincere di solito è anche disposto a farsi corrompere).
Quindi?
Sembrerebbe che non ci resti che votare per il partito che ci sembra più onesto (l'élite perlomeno dovrà spendere un po' più di soldi per corromperli e ci vorrà un po' di tempo...lasso di tempo durante il quale, magari, potrebbe passare qualche legge davvero a vantaggio del popolo).
Se no?
Sento qualcuno dire che ci vorrebbe una rivoluzione. Una rivolta popolare.
Certo...una rivoluzione dal basso...l'idea non sarebbe male...interessante...e suona anche bene...tra l'altro è sempre sulla bocca di tutti...sommossa popolare...
Ma chi la fa poi? Chi inizia? (quelli che guardano su YouTube i video dei gatti che tirano lo sciacquone o quelli che: Oh...stasera proprio non posso, c'è il Grande Fratello...non è che potremmo farla domani la rivoluzione?)
Inoltre...sino a che la maggior parte di noi avrà qualcosa da perdere - fosse anche solo un monolocale invivibile che per la maggior parte è ancora proprietà di una banca - difficilmente avrà luogo una rivoluzione popolare.
...e una rivoluzione popolare condotta solo dai disperati di solito finisce nel nulla e i pochi disperati che sopravviveranno, ad andar bene, si ritroveranno a stare esattamente come prima.

Infine nelle sommosse popolari chi versa più sangue è proprio il popolo, o al massimo qualche politicante.
Mai l'élite, mai quell'1%...questo perché tutte le sommosse popolari tentano di sovvertire il governo di turno e non chi detiene davvero il potere, quindi sarebbe come tagliare la coda a una lucertola (certo, con una bella rivolta daremmo un po' fastidio anche alla vera élite dirigente, ma di certo saremmo ben lontani da infliggergli il colpo di grazia. Nel sessantotto c'era un bel tumulto popolare e noi, il popolo, esigevamo diritti, ma in realtà ci hanno dato solo permessi e ci siamo accontentati pensando di aver vinto. In realtà, come disse Jean-Claude Milner: Coloro che detengono il potere conoscono molto bene la differenza tra un diritto e un permesso. Un diritto nel senso stretto del termine dà accesso all'esercizio di un potere, a spese di un altro potere. Un permesso non diminuisce il potere di colui che lo dà; non aumenta il potere di colui che lo riceve. Rende la sua vita più facile, cosa comunque di poco conto. Perché è questo il modo in cui funzionano il divorzio, l'aborto, i matrimoni gay e così via...son tutti permessi mascherati da diritti!)

Ma vi parlerò meglio un'altra volta della rivoluzione (dalla redazione mi dicono che i post troppo lunghi non funzionano, perché la gente ha fretta, ha sempre fretta, bisogna essere concisi!)
Quindi nel frattempo perlomeno cerchiamo di obbedire ma pensando, cerchiamo di acquisire consapevolezza e di smetterla di fare il tifo in politica come nel calcio, cerchiamo di coltivare un certo senso civico in modo da formare per davvero una società (la vera rivoluzione parte da noi stessi...è una frase fatta, ma ha le sue grandi verità! E prima ancora di una rivoluzione sul campo, ci vuole una rivoluzione culturale!) e sopratutto cerchiamo di non essere un "popolo bambino" (come quello descritto da Ascanio nel video sotto)
Perchè innanzitutto per fare una rivoluzione ci vuole una idea per il dopo.

E vi svelo un segreto: rovesciare il governo di turno non è una rivoluzione!


Il Signor L.





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